SGBox Next Generation SIEM & SOAR https://www.sgbox.eu Next Generation SIEM & SOAR Tue, 18 Feb 2025 08:17:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 https://www.sgbox.eu/wp-content/uploads/2020/09/cropped-Logo-SGBox-Trasparente-NO-SCRITTA-150x150.webp SGBox Next Generation SIEM & SOAR https://www.sgbox.eu 32 32 Sicurezza Zero Trust: in cosa consiste? https://www.sgbox.eu/it/definizione-di-sicurezza-zero-trust/ https://www.sgbox.eu/it/definizione-di-sicurezza-zero-trust/#respond Tue, 18 Feb 2025 08:15:00 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=29736
Sicurezza Zero Trust

Negli ultimi anni, il concetto di Zero Trust security è diventato il paradigma fondamentale per proteggere le infrastrutture digitali.

Ma sicurezza zero trust cos’è? Si tratta di un approccio alla cyber security zero trust basato sul principio “non fidarti mai, verifica sempre”.

In altre parole, l’accesso alle risorse aziendali viene rigorosamente controllato e concesso solo dopo una verifica accurata dell’identità e del contesto dell’utente o del dispositivo.

Questo modello si discosta dal tradizionale approccio “difendi il perimetro”, ponendo l’accento sulla sicurezza interna e sulla segmentazione della rete.

Che cos’è la sicurezza Zero Trust

La sicurezza Zero Trust si fonda sul presupposto che ogni accesso alla rete debba essere considerato potenzialmente rischioso, indipendentemente dall’origine.

Ciò significa che, anziché affidarsi a un firewall o a soluzioni di sicurezza perimetrale, ogni richiesta di accesso viene sottoposta a controlli rigorosi.

L’idea centrale è quella di eliminare la fiducia implicita, abbracciando un modello dove ogni entità – utente, dispositivo o applicazione – viene verificata in ogni interazione.

In questo modo, si riduce notevolmente il rischio di violazioni, specialmente in un contesto di crescenti minacce informatiche.

Come costruire un’architettura Zero Trust

Per implementare un’architettura Zero Trust è essenziale seguire alcuni passaggi chiave:

  • Identificazione e autenticazione: ogni utente e dispositivo deve essere accuratamente identificato. L’utilizzo di metodi di autenticazione a più fattori (MFA) è una pratica fondamentale per rafforzare la sicurezza.
  • Segmentazione della rete: suddividere la rete in micro-segmenti consente di isolare le risorse e limitare la possibilità di spostamenti laterali in caso di compromissione.
  • Monitoraggio continuo: il monitoraggio in tempo reale delle attività consente di rilevare comportamenti anomali e potenziali minacce, garantendo interventi tempestivi.
  • Politiche di accesso granulari: definire chi può accedere a cosa, in quali condizioni e per quanto tempo, permette di applicare controlli più precisi e dinamici.

Queste misure, se integrate in un framework unificato, permettono di creare un ambiente sicuro e resiliente, pronto ad affrontare le sfide della cyber security zero trust.

Quali sono i benefici dell’approccio Zero Trust?

Adottare la strategia Zero Trust offre numerosi vantaggi:

  • Riduzione del rischio di violazioni: controlli rigorosi e verifiche costanti limitano le possibilità di accesso non autorizzato, contenendo eventuali minacce.
  • Maggiore visibilità e controllo: grazie a sistemi di monitoraggio continuo, le aziende hanno una visione dettagliata dei flussi di dati e delle attività all’interno della rete.
  • Flessibilità e scalabilità: l’architettura Zero Trust si adatta facilmente a reti dinamiche e a ambienti Cloud, rendendo più semplice la gestione della sicurezza in scenari complessi.
  • Protezione degli asset critici: segmentare la rete e applicare politiche di accesso granulari garantisce che le risorse più sensibili siano sempre protette, riducendo l’impatto di eventuali attacchi.

Come la Piattaforma SGBox supporta l’architettura Zero Trust

La piattaforma SGBox è progettata per integrare i principi della Zero Trust security in modo semplice ed efficace.

Grazie a soluzioni avanzate di monitoraggio, autenticazione e segmentazione, SGBox consente alle aziende di:

  • Implementare controlli di accesso dinamici: la piattaforma supporta l’adozione di politiche di accesso basate su ruoli, contesto e comportamenti, garantendo la massima sicurezza.
  • Integrare sistemi eterogenei: SGBox offre un ambiente unificato per gestire e monitorare tutte le componenti della rete, facilitando l’adozione di un modello Zero Trust.
  • Rispondere rapidamente alle minacce: con strumenti di analisi e monitoraggio in tempo reale, la piattaforma permette di intervenire tempestivamente in caso di anomalie, riducendo l’impatto di eventuali attacchi.
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Direttiva NIS2: cosa c’è da sapere https://www.sgbox.eu/it/direttiva-nis-2-cosa-sapere/ https://www.sgbox.eu/it/direttiva-nis-2-cosa-sapere/#respond Fri, 07 Feb 2025 13:55:05 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=22643
NIS2

Che cos’è la NIS2?

La Direttiva NIS2 (Network and Information Security Directive) è una normativa europea che si concentra sulla sicurezza informatica e sulla resilienza delle infrastrutture critiche e dei fornitori di servizi digitali. 

La sua introduzione è stata motivata dall’aumento delle minacce informatiche e dalla crescente dipendenza dalle tecnologie digitali in tutti i settori critici.

La Direttiva NIS2 è un passo importante verso una maggiore regolamentazione della cyber security in tutta l’Unione Europea.

Essa si basa sulle basi gettate dalla NIS1, il suo precursore, e si propone di fronteggiare l’espansione dell’infrastruttura digitale in tutti i settori critici. 

L’UE ha avviato questo regolamento per rispondere alle sfide contemporanee e proteggere il paesaggio digitale, salvaguardando gli interessi economici e sociali.

Cosa prevede la NIS2

La Direttiva NIS2 prevede l’implementazione di un approccio olistico e strutturato per ridurre i rischi e prevenire le minacce informatiche a dati sensibili e sistemi IT.

I requisiti comprendono un’ampia gamma di strumenti e metodologie che includono la protezione dell’ambiente IT da attacchi quali Ransomware, phishing e accessi non autorizzati.

Di seguito le caratteristiche principali della NIS2:

  • Gestione del rischio: la Direttiva richiede l’esecuzione di un quadro generale di Governance del rischio informatico, stabilendo ruoli, responsabilità e percorsi di escalation specifici. 

Questo è un segnale per le organizzazioni di migliorare la loro vigilanza cyber-spaziale e proteggere le loro operazioni e la loro reputazione.

  • Gestione delle informazioni: le informazioni sono la linfa vitale delle aziende moderne, e la Direttiva NIS2 pone l’accento sulla loro gestione sicura. 

Le organizzazioni conformi devono mostrare procedure efficaci per la sicurezza delle informazioni, dai metodi di crittografia e canali sicuri per la trasmissione dei dati alla formazione periodica sulla cyber security per il personale.

  • Rafforzamento della sicurezza: la Direttiva richiede l’incremento dei propri standard di sicurezza cyber sia a livello di difesa preventiva che di procedure di risposta, e le aziende devono dimostrare l’aderenza alle indicazioni della Direttiva per evitare sanzioni molto salate.
  • Ampliamento dell’ambito di applicabilità: la Direttiva NIS2 supera la suddivisione di NIS tra Operatori di servizi essenziali (OSE) e introduce una più ampia suddivisione tra soggetti essenziali e importanti, che vanno identificati dai singoli Stati entro il 17 aprile 2025.
  • Rischio di perdita di fiducia: la mancanza di conformità alla Direttiva NIS2 può causare una significativa perdita di fiducia da parte di clienti, partner e investitori, poiché le violazioni dei dati e gli attacchi informatici sono sempre più diffusi.
  • Rischio di sanzioni: i dirigenti aziendali sono personalmente responsabili dell’adesione alla Direttiva NIS2, e ciò significa che possono essere chiamati a rispondere personalmente in caso di violazione della NIS2. Questo comporta gravi conseguenze finanziarie individuali, come possibili multe e richieste di risarcimento danni.

Quando entrerà in vigore la Direttiva NIS2?

Le norme dell’UE in materia di cyber sicurezza introdotte nel 2016 sono state aggiornate dalla direttiva NIS2, entrata in vigore nel 2023.

I requisiti imposti dalla Direttiva sono diventati effettivi a partire dal giorno successivo alla data di recepimento da parte degli Stati Membri, fissata per il 17 Ottobre 2024.

La NIS2 ha modernizzato il quadro giuridico esistente per tenere il passo con una maggiore digitalizzazione e un panorama in evoluzione delle minacce alla cyber sicurezza.

I requisiti di conformità per le infrastrutture critiche in base alla Direttiva NIS2

I requisiti di conformità per le infrastrutture critiche in base alla Direttiva NIS2 sono identificati come segue:

  • Analisi dei rischi e politiche di sicurezza informatica: le infrastrutture critiche devono condurre analisi dei rischi e stabilire politiche di sicurezza informatica per proteggere le loro operazioni e i dati dei clienti.
  • Gestione degli incidenti (risposta alle minacce, continuità operativa e ripristino): le infrastrutture critiche devono attivare procedure efficaci per la gestione degli incidenti, comprese la risposta alle minacce, la continuità operativa e il ripristino dei servizi.
  • Sicurezza della catena di approvvigionamento: le infrastrutture critiche devono garantire la sicurezza della catena di approvvigionamento, proteggendo i dati e le informazioni che passano attraverso la catena di fornitura.

A chi si applica la Direttiva 

La Direttiva NIS2 si applica ai settori considerati essenziali per lo sviluppo dell’economia e del mercato all’interno dell’Unione Europea, quali:

  • Energia: la produzione, la trasmissione e la distribuzione di energia elettrica sono considerate infrastrutture critiche per la sicurezza energetica e la stabilità economica dell’UE.
  • Trasporti: i servizi di trasporto, come ad esempio i sistemi di gestione del traffico, le stazioni ferroviarie e aeroportuali, sono considerati infrastrutture critiche per la sicurezza e la mobilità dei cittadini.
  • Banche e finanza: le banche e le istituzioni finanziarie sono considerate infrastrutture critiche per la stabilità economica e la sicurezza dei depositi dei cittadini.
  • Sanità: i sistemi sanitari, come ad esempio i centri di cura e le strutture di assistenza sanitaria, sono considerati infrastrutture critiche per la salute pubblica e la sicurezza dei pazienti.
  • Infrastrutture digitali: i sistemi di comunicazione, come ad esempio le reti internet e le infrastrutture di telecomunicazione, sono considerati infrastrutture critiche per la comunicazione e la connessione dei cittadini.
  • Servizi postali: i servizi postali, come ad esempio la consegna di posta e pacchi, sono considerati infrastrutture critiche per la comunicazione e la connessione dei cittadini.
  • Amministrazione pubblica: le strutture governative e le agenzie pubbliche sono considerate infrastrutture critiche per la gestione delle politiche pubbliche e la sicurezza dei cittadini.
  • Fornitori di servizi digitali: i fornitori di servizi digitali, come ad esempio i fornitori di servizi di pagamento e di servizi di sicurezza, sono considerati infrastrutture critiche per la sicurezza e la stabilità economica dell’UE.

Come la Direttiva NIS2 può aiutare le PMI a migliorare la loro competitività

La Direttiva NIS2 può aiutare le PMI (Piccole e Medie Imprese) a migliorare la loro competitività in diversi modi:

  • Riduzione del rischio di attacchi informatici: la Direttiva NIS2 richiede alle organizzazioni di adottare misure di sicurezza informatica per ridurre il rischio di attacchi e incidenti, proteggendo i propri sistemi e dati contro le minacce informatiche. Questo approccio proattivo aiuta a ridurre i tempi di inattività e a minimizzare i danni economici causati da incidenti informatici.
  • Miglioramento della resilienza dei sistemi: la Direttiva NIS2 promuove un approccio multirischio per ridurre le vulnerabilità e prevenire incidenti, migliorando la gestione dei rischi informatici e la sicurezza dei sistemi. Questo approccio aiuta a garantire la continuità operativa e a ridurre i tempi di recupero in caso di incidenti.
  • Competitività: le PMI che adottano le misure di sicurezza richieste dalla Direttiva NIS2 possono vantare un aumento della competitività, dimostrando impegno nella protezione dei dati ai partner e clienti. Questo approccio aiuta a rafforzare la fiducia dei clienti e a migliorare la reputazione aziendale.
  • Collaborazione tra aziende e autorità: La Direttiva NIS2 promuove la collaborazione tra aziende e autorità nazionali, favorendo un approccio coordinato alla cyber security. Questo approccio aiuta a rafforzare la cyber resilience aziendale non solo internamente, ma anche nella rete di fornitori e partner commerciali.
  • Governance e risk management: La Direttiva NIS2 richiede alle organizzazioni di valutare i rischi, anche quelli legati alla catena di fornitura, e di attuare le necessarie misure organizzative per garantire continuità operativa. Questo approccio aiuta a migliorare la gestione dei rischi e a ridurre i tempi di inattività.
  • Supply Chain: le PMI devono considerare le vulnerabilità e le pratiche di sicurezza informatica per ogni proprio fornitore, evitando incidenti o interruzioni del servizio. Questo approccio aiuta a garantire la sicurezza e la continuità operativa anche nella catena di fornitura.
  • Sanzioni amministrative: gli operatori essenziali potranno essere sottoposti a sanzioni pecuniarie amministrative fino a 10 milioni di euro o il 2% del totale del fatturato mondiale globale se non rispettano i requisiti di sicurezza. Questo approccio aiuta a incentivare le organizzazioni a conformarsi ai requisiti di sicurezza.

Le prossime scadenze per l’adeguamento alla Direttiva NIS2 in Italia

A che punto siamo con il processo di adeguamento ai nuovi requisiti imposti imposti dalla NIS2? Di seguito le principali scadenze che le aziende devono considerare: 

  • 28 febbraio 2025: scadenza per la registrazione delle organizzazioni soggette in un portale che verrà reso disponibile dall’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), con alcune eccezioni per le quali la scadenza sarà più breve.
  • 15 aprile 2025: scadenza per la comunicazione da parte dell’ACN dell’elenco dei soggetti essenziali e importanti.
  • 1° gennaio 2026: scadenza per l’adempimento all’obbligo di notifica degli incidenti.
  • 1° ottobre 2026: scadenza per l’adempimento agli obblighi sulle misure di sicurezza.
Ecco come SGBox supporta la conformità alla NIS2>>
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Le principali sfide per le PMI italiane nella cyber security nel 2025 https://www.sgbox.eu/it/le-principali-sfide-per-le-pmi-italiane-nella-cyber-security-nel-2025/ https://www.sgbox.eu/it/le-principali-sfide-per-le-pmi-italiane-nella-cyber-security-nel-2025/#respond Thu, 09 Jan 2025 10:04:09 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=29056
Le principali sfide per le PMI italiane nella cyber security nel 2025

Le tendenze cyber per il 2025

Nel 2025, le piccole e medie imprese (PMI) italiane si troveranno ad affrontare una serie di sfide significative in materia di cyber security.

Queste sfide sono amplificate dalla crescente digitalizzazione e dall’adozione di nuove tecnologie, che aumentano la superficie di attacco e la complessità delle minacce.

SGBox è al tuo fianco per aiutarti a superare le sfide nel complesso panorama della cyber sicurezza, grazie alle funzionalità modulari e scalabili della piattaforma proprietaria Next Generation SIEM & SOAR e ai Managed Cyber Security Services correlati, forniti tramite la BU dedicata CyberTrust 365.

Ecco le principali sfide previste:

  • Aumento degli attacchi informatici

Crescita degli attacchi ransomware: le PMI saranno particolarmente vulnerabili agli attacchi ransomware, che colpiranno non solo le aziende singole ma anche le loro catene di approvvigionamento.

Si prevede un aumento della precisione e dell’automazione degli attacchi, con campagne di phishing sempre più sofisticate alimentate dall’intelligenza artificiale.

  • Risorse limitate

Budget ristretti: molte PMI non dispongono delle risorse finanziarie necessarie per investire in soluzioni di cyber security avanzate. Questo limita la loro capacità di difendersi efficacemente contro minacce complesse e in continua evoluzione.

  • Competenze digitali insufficienti

Mancanza di personale qualificato: le PMI spesso faticano a trovare e mantenere personale esperto in cyber security. La carenza di competenze digitali rappresenta un ostacolo significativo per implementare e gestire strategie di sicurezza efficaci.

  • Vulnerabilità alle nuove tecnologie

Integrazione dell’intelligenza artificiale: l’uso crescente di strumenti basati su intelligenza artificiale può portare a violazioni accidentali dei dati. I dipendenti potrebbero inavvertitamente condividere informazioni sensibili con piattaforme esterne, esponendo l’azienda a rischi notevoli.

  • Resistenza al cambiamento

Difficoltà nell’adottare nuove tecnologie: la trasformazione digitale richiede un cambiamento nei processi aziendali consolidati, ma molte PMI possono incontrare resistenza da parte del management e dei dipendenti, che vedono queste innovazioni come una minaccia piuttosto che un’opportunità.

  • Compliance normativa

Adeguamento alle normative: le PMI dovranno conformarsi a normative sempre più rigorose in materia di cyber security, come la direttiva NIS2 e il GDPR (General Data Protection Regulation).

La mancanza di preparazione per affrontare questi requisiti può comportare sanzioni e ulteriori vulnerabilità.

  • Sicurezza delle infrastrutture Cloud

Vulnerabilità del Cloud: con l’aumento dell’adozione delle soluzioni cloud, le PMI devono affrontare nuove vulnerabilità legate a queste tecnologie. Gli attaccanti possono sfruttare configurazioni errate o vulnerabilità nei servizi Cloud per accedere ai dati aziendali.

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Best practices per potenziare la Threat Hunting https://www.sgbox.eu/it/best-practice-per-potenziare-la-threat-hunting/ https://www.sgbox.eu/it/best-practice-per-potenziare-la-threat-hunting/#respond Mon, 02 Dec 2024 08:16:58 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=28799
Best practices per potenziare la Threat Hunting

Nel panorama digitale odierno, che vede un trend di costante crescita e imprevedibilità delle minacce informatiche, la pratica di Threat Hunting è essenziale per individuare i gap e i punti deboli all’interno dell’infrastruttura IT aziendale.

Una delle barriere per i CISO e i team di SOC (Security Operation Center) è la mancanza di informazioni contestuali sulle potenziali minacce, un problema che può condizionare la buona riuscita dell’attività di “caccia” alle minacce.

Vediamo quali sono le soluzioni necessarie per rendere la Threat Hunting efficace ed efficiente.

Il ruolo del SIEM per potenziare la Threat Hunting

Il SIEM (Security Information & Event Management) ricopre un ruolo fondamentale nel fornire informazioni dettagliate sull’intero ecosistema IT, attraverso la raccolta, correlazione e analisi degli eventi di sicurezza.

La ricerca di minacce in ambienti isolati, come EDR, VPN o firewall, non offre la visibilità o il valore di cui hanno bisogno i cacciatori di minacce odierni.

Per infrastrutture complesse e interconnesse, un SIEM in grado di inglobare tutti i log è la chiave di volta che supporta l’efficace ricerca delle minacce.

Informazioni dettagliate per i team di SOC

Un grande vantaggio che offre il SIEM è la possibilità di trasferire ai team di SOC (Security Operation Center) le informazioni contestuali associate a dispositivi ed utenti, per una visione chiara e approfondita di ciò che sta accadendo all’interno dell’infrastruttura IT.

Un ulteriore componente a supporto del SIEM è l’UBA (User Behavior Analytics), che permette di individuare se un utente compie azioni che si discostano dal comportamento abituale.

Questi strumenti danno al SOC una maggiore capacità di rilevare le minacce all’interno dell’ambiente IT. Oltre ad aiutare gli analisti ad individuare le attività sospette, rivelano anche debolezze nelle difese attuali che hanno permesso ai potenziali avversari di effettuare l’attacco sfruttando le vulnerabilità.

Uno degli obiettivi più importanti di un programma di Threat Hunting è quello di identificare le lacune nella sicurezza.

Qualsiasi rilevamento di una minaccia positiva, anche se si tratta di un falso positivo, evidenzia un’anomalia che non è stata rilevata dai sistemi e processi del SOC.

Questo consente agli analisti di individuare nel dettaglio ogni possibile minaccia ed implementare nuove misure per contrastare le minacce in modo tempestivo.

Approccio olistico alla sicurezza informatica

L’integrazione tra le attività condotte dai team di SOC e le analisi del SIEM contribuiscono a sviluppare un programma avanzato di Threat Hunting, che coinvolge diversi attori all’interno delle aziende.

Grazie alla centralizzazione delle informazioni, è infatti più semplice per i CISO e i team di SOC comunicare i risultati del Threat Hunting e prendere decisioni informate per innalzare il livello di sicurezza.

Il processo di Threat Hunting, per essere davvero efficace, deve essere olistico e interdisciplinare.

La raccolta centralizzata dei log da parte del SIEM, combinata con l’analisi del comportamento degli dell’UBA, sono strumenti fondamentali che gli analisti e i CISO devono adottare per rilevare le minacce su tutto l’ambiente IT e collaborare efficacemente con i decision-makers aziendali.

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Cyber security in Italia: analisi del Report Clusit 2024 e soluzioni per proteggere la tua azienda https://www.sgbox.eu/it/report-clusit-2024-analisi-e-soluzioni-sgbox/ https://www.sgbox.eu/it/report-clusit-2024-analisi-e-soluzioni-sgbox/#respond Mon, 11 Nov 2024 13:13:02 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=28511
Report Clusit ottobre 2024

Il nuovo Rapporto Clusit pubblicato nel mese di ottobre, evidenzia uno scenario preoccupante per la sicurezza informatica in Italia e nel mondo.

Con 9 attacchi gravi al giorno a livello globale e un incremento del 23% rispetto al semestre precedente, mai come ora è fondamentale dotarsi di strumenti adeguati per proteggere il proprio business.

Un panorama in rapida evoluzione

Il primo semestre del 2024 ha visto un’escalation significativa degli attacchi informatici, con l’Italia che rappresenta il 7,6% degli incidenti globali.

Particolarmente colpito è il settore manifatturiero italiano, seguito da una preoccupante crescita degli attacchi al settore sanitario (+83% rispetto al 2023).

Questi numeri non sono solo statistiche: rappresentano aziende reali che hanno subito danni concreti, con conseguenze che spesso si protraggono nel tempo, influenzando la produttività, la reputazione e i risultati finanziari.

Le minacce più diffuse e come proteggersi

Il malware rimane la principale minaccia, rappresentando il 34% degli attacchi, seguito dallo sfruttamento delle vulnerabilità (14%) e dal phishing (8%).

In questo contesto, SGBox si posiziona come partner strategico per la sicurezza delle organizzazioni, offrendo una suite integrata di soluzioni che rispondono alle sfide attuali della cyber security.

La nostra piattaforma SIEM (Security Information and Event Management) e SOAR (Security Orchestration, Automation & Response) è stata progettata per identificare e neutralizzare le minacce in tempo reale, garantendo una protezione completa dell’infrastruttura IT.

L’approccio integrato di SGBox permette di:

  • Monitorare costantemente l’intera infrastruttura IT
  • Identificare rapidamente potenziali minacce attraverso l’analisi comportamentale
  • Automatizzare la risposta agli incidenti
  • Garantire la conformità normativa

La sfida delle PMI italiane

Un dato particolarmente rilevante del report riguarda le PMI italiane, che mostrano crescenti difficoltà nel mantenere standard di sicurezza adeguati.

SGBox ha sviluppato soluzioni specifiche per questo segmento di mercato, offrendo:

  • Soluzioni scalabili e modulari
  • Costi prevedibili e sostenibili
  • Supporto tecnico in italiano
  • Interfaccia user-friendly che non richiede competenze specialistiche
  • Servizi di sicurezza informatica sviluppati e forniti tramite la Business Unit dedicata CyberTrust 365.

L’importanza di un approccio proattivo

Con l’81% degli attacchi classificati come gravi o critici, attendere di subire un incidente prima di agire non è più un’opzione praticabile.

La nostra esperienza dimostra che le organizzazioni che adottano un approccio proattivo alla cyber security riducono significativamente il rischio di subire danni rilevanti.

Considerazioni e prospettive future

Il Report Clusit 2024 conferma che la cyber security non è più un’opzione ma una necessità strategica per qualsiasi organizzazione.

In un contesto dove le minacce evolvono continuamente e i conflitti geopolitici alimentano nuove forme di cyber warfare, è fondamentale affidarsi a partner esperti e soluzioni affidabili.

SGBox si impegna a rimanere all’avanguardia nell’evoluzione delle minacce informatiche, sviluppando continuamente nuove funzionalità e aggiornando le proprie soluzioni per garantire il massimo livello di protezione ai propri clienti.

Per scoprire come SGBox può aiutare la tua organizzazione a costruire una solida strategia di cyber security, contattaci per una consulenza personalizzata.

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Il SIEM per l’OT Security https://www.sgbox.eu/it/il-siem-per-lot-security/ https://www.sgbox.eu/it/il-siem-per-lot-security/#respond Fri, 25 Oct 2024 10:59:09 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=28217
SIEM per OT Security

Che cos’è l’OT Security

L’OT Security (Operational Technology Security) si riferisce alla protezione dei sistemi e delle reti che gestiscono e controllano le operazioni fisiche in contesti industriali e infrastrutture critiche.

Questi sistemi includono:

  • Sistemi di controllo industriale (ICS)
  • Sistemi di supervisione e acquisizione dati (SCADA)
  • Controllo dei processi (PLC)
  • Internet delle cose industriale (IIoT)

Con lo sviluppo del nuovo paradigma di Industria 5.0 e la crescita dell’IoT, i dispositivi OT sono sempre più interconnessi e capaci di generare un gran volume di dati.

Se da un lato questa tendenza rappresenta una grande opportunità data dalla convergenza tra sistemi IT e OT, dall’altro porta inevitabilmente ad un aumento delle potenziali vulnerabilità e delle minacce cyber, che possono causare fermi produttivi o danni alle infrastrutture critiche.

L’adozione di una soluzione SIEM per la sicurezza OT è fondamentale per garantire la disponibilità, l’integrità e la confidenzialità dei dati, nonché la continuità operativa dei processi industriali.

IL ruolo del SIEM per l’OT Security

Il SIEM (Security Information and Event Management) gioca un ruolo chiave nell’ambito della sicurezza OT.

Le funzionalità del SIEM permettono di raccogliere, analizzare e correlare i dati di sicurezza in tempo reale, fornendo un quadro completo delle minacce e delle vulnerabilità.

Raccolta e centralizzazione dei dati

Il SIEM centralizza la raccolta di dati provenienti da diverse fonti, come dispositivi di rete, server, firewall e sistemi di controllo industriale. 

Questa centralizzazione è cruciale per i sistemi OT, in quanto consente di ottenere una visione unificata dello stato di sicurezza, riducendo il rischio di perdere eventi critici che potrebbero indicare un attacco o un malfunzionamento.

  • Raccoglie log e eventi in tempo reale, facilitando l’identificazione immediata di anomalie.
  • Permette di monitorare attività sospette, come accessi non autorizzati o modifiche alle configurazioni, che potrebbero compromettere la sicurezza.
Correlazione e analisi degli eventi

Una delle funzionalità principali del SIEM è la capacità di correlare eventi e log provenienti da fonti diverse. Questa correlazione aiuta a identificare schemi di comportamento anomalo che potrebbero non essere evidenti se analizzati singolarmente.

  • Analizza i dati per identificare correlazioni tra eventi, come un accesso non autorizzato seguito da un cambiamento di configurazione.
  • Utilizza algoritmi di machine learning per migliorare la rilevazione delle minacce, adattandosi continuamente ai nuovi modelli di attacco.
Risposta agli incidenti

Il SIEM non solo rileva le minacce, ma facilita anche una risposta rapida e coordinata. Quando viene identificato un evento di sicurezza, il sistema può generare alert e notifiche per il team di sicurezza, consentendo un intervento tempestivo.

  • Automatizza le azioni di risposta, riducendo il tempo necessario per contenere e mitigare gli incidenti.
  • Fornisce strumenti per la gestione degli incidenti, consentendo una collaborazione efficace tra i membri del team di sicurezza.
Gestione della conformità

I sistemi OT devono spesso rispettare normative rigorose. Il SIEM aiuta a monitorare e documentare le attività per garantire la conformità a standard di sicurezza e regolamenti.

  • Genera report dettagliati che semplificano le procedure di audit e dimostrano la conformità alle normative.
  • Identifica e documenta le lacune di sicurezza, consentendo alle organizzazioni di adottare misure correttive.
Riduzione del rumore e aumento dell’efficienza

Un altro vantaggio significativo del SIEM è la sua capacità di ridurre il “rumore” di alert, filtrando gli eventi non rilevanti. Questo è particolarmente utile nei sistemi OT, dove le operazioni devono rimanere efficienti e ininterrotte.

  • Stabilisce filtri per concentrare l’attenzione su eventi significativi, riducendo l’affaticamento da allerta tra il personale di sicurezza.
  • Migliora l’efficienza operativa monitorando non solo le minacce, ma anche le prestazioni del sistema, facilitando la manutenzione predittiva e la gestione delle risorse.

I vantaggi della sua applicazione

L’integrazione del SIEM nella strategia di OT Security offre diversi vantaggi significativi:

  • Riconoscimento delle minacce in tempo reale: la capacità di monitorare continuamente i sistemi aiuta a rilevare attacchi mentre si verificano.
  • Automazione della risposta: il SIEM può automatizzare le risposte agli incidenti, riducendo il carico di lavoro degli operatori e aumentando l’efficacia nella gestione delle crisi.
  • Conformità normativa: facilita l’adempimento delle normative sulla sicurezza informatica, essenziale per le aziende che operano in settori regolamentati.
  • Analisi approfondita: le capacità analitiche avanzate del SIEM permettono un’indagine dettagliata sugli incidenti, migliorando le future strategie di difesa.

Le principali minacce per la sicurezza OT

Le principali minacce che interessano la sicurezza OT oggi includono:

  • Malware e ransomware: questi attacchi possono compromettere i sistemi OT, causando interruzioni operative e rubando dati sensibili. Il ransomware, in particolare, può portare a fermi produttivi significativi se i dati critici vengono cifrati e se vengono avanzate richieste di riscatto.
  • Phishing e social engineering: gli attaccanti utilizzano tecniche di phishing per ingannare i dipendenti e ottenere accesso a informazioni riservate o installare malware. Questo tipo di attacco è spesso personalizzato per aumentarne l’efficacia.
  • Minacce interne: gli insider, sia maliziosi che negligenti, possono causare danni significativi ai sistemi OT. La loro conoscenza dei processi e delle vulnerabilità può essere sfruttata per compromettere la sicurezza.
  • Attacchi alla supply chain: i criminali informatici possono infiltrarsi in una rete OT compromettendo fornitori o terze parti, sfruttando le loro vulnerabilità per accedere ai sistemi target.
  • Exploits Zero-Day: Questi attacchi sfruttano vulnerabilità sconosciute nei software o hardware prima che vengano rilasciate patch di sicurezza, consentendo agli aggressori di ottenere accesso non autorizzato ai sistemi OT.
  • Attacchi man-in-the-middle (MitM): questi attacchi consentono agli hacker di intercettare e manipolare le comunicazioni tra dispositivi, potenzialmente alterando comandi o dati sensoriali cruciali per le operazioni.
  • Vulnerabilità dei dispositivi IoT: con l’aumento dell’uso di dispositivi IoT nelle reti OT, le vulnerabilità di questi dispositivi possono fornire punti d’accesso agli aggressori.
  • Obsolescenza dei sistemi: molti sistemi OT utilizzano hardware e software obsoleti, che non ricevono aggiornamenti regolari. Ciò aumenta il rischio di exploit da parte degli aggressori

Next Generation SIEM di SGBox

SGBox fornisce un SIEM di ultima generazione, capace di raccogliere, analizzare e gestire una gran mole di dati generati dai dispositivi OT.

Grazie alla possibilità di impostare regole di correlazione, è possibile conoscere in tempo reale lo stato di sicurezza dell’infrastruttura OT ed intervenire proattivamente in caso di attacco.

L’integrazione con le funzionalità di SOAR, permettono inoltre di attivare contromisure automatiche per ridurre il tempo medio di risposta.

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Cyber Security e AI: il punto della situazione https://www.sgbox.eu/it/cyber-security-e-ai/ https://www.sgbox.eu/it/cyber-security-e-ai/#respond Tue, 08 Oct 2024 10:15:05 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=27881
Cyber Security e AI

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella cyber security

L’intelligenza artificiale sta rapidamente rivoluzionando il settore della cyber security, grazie alla sua capacità di automatizzare i processi di rilevamento e risposta agli incidenti.

Tradizionalmente, la sicurezza informatica si basava su regole predefinite e interventi manuali per identificare e bloccare le minacce.

Tuttavia, con l’AI, è possibile monitorare costantemente i sistemi, rilevando attività sospette in tempo reale e riducendo i tempi di reazione.

L’AI è particolarmente efficace nell’analisi dei grandi volumi di dati generati dalle attività aziendali quotidiane.

Questo le permette di riconoscere comportamenti anomali e segnali di potenziali minacce, che potrebbero sfuggire all’occhio umano.

In altre parole, l’AI non si limita a rilevare ciò che è già noto, ma è in grado di individuare anche pattern inediti, adattandosi rapidamente a nuove minacce.

L’AI per identificare le minacce informatiche

Uno degli impieghi più comuni dell’intelligenza artificiale nella cyber security è l’identificazione delle minacce.

Le tecniche di machine learning consentono ai sistemi di “imparare” dai dati storici e di sviluppare algoritmi in grado di individuare malware, tentativi di phishing e accessi non autorizzati.

Ad esempio, l’AI può analizzare milioni di e-mail e distinguere quelle sospette da quelle legittime, riducendo il rischio di attacchi di phishing.

Un’altra applicazione diffusa è l’uso dell’AI nei sistemi di rilevamento delle intrusioni (IDS).

Questi strumenti sfruttano reti neurali e modelli di deep learning per riconoscere attività insolite all’interno delle reti aziendali, anche quando gli attaccanti utilizzano tecniche di offuscamento per nascondere la propria presenza.

Questo rende l’AI particolarmente utile per prevenire attacchi sofisticati, come quelli che mirano a rimanere nascosti a lungo all’interno di un sistema prima di sferrare il colpo finale.

Come viene sfruttata l’intelligenza artificiale dagli hacker

Se da un lato l’intelligenza artificiale aiuta le aziende a proteggersi, dall’altro viene utilizzata anche dagli hacker per aumentare l’efficacia dei propri attacchi.

Gli aggressori informatici sfruttano l’AI per sviluppare malware intelligenti, capaci di adattarsi agli ambienti in cui vengono introdotti.

Alcuni esempi includono i bot dotati di AI che possono cambiare comportamento automaticamente per sfuggire ai controlli di sicurezza o i software malevoli in grado di riconoscere gli ambienti virtuali utilizzati per le analisi e auto-disattivarsi per evitare di essere scoperti.

L’AI viene utilizzata anche per potenziare gli attacchi di social engineering. Grazie all’analisi automatica dei dati personali disponibili online, i criminali informatici possono creare messaggi di phishing estremamente convincenti e personalizzati, aumentando la probabilità che le vittime cadano nella trappola.

Tendenze Emergenti

Con l’evoluzione della tecnologia, emergono anche nuove tendenze nell’utilizzo dell’IA per la sicurezza informatica:

  • Aumento delle minacce basate su IA: i criminali informatici stanno utilizzando strumenti di IA per sviluppare attacchi più sofisticati, come campagne di social engineering mirate. Questo ha portato a una “corsa agli armamenti” tra le tecnologie difensive e offensive.
  • Shadow AI: l’uso non regolamentato di strumenti di IA da parte dei dipendenti (noto come “Shadow AI”) rappresenta una nuova sfida per la sicurezza. Le organizzazioni devono implementare politiche per gestire l’uso sicuro dell’IA e monitorare le applicazioni utilizzate dai dipendenti.
  • Evoluzione delle pratiche di test della sicurezza: la crescente integrazione dell’IA nei programmi di bug bounty e nelle pratiche di red teaming sta aiutando le aziende a identificare vulnerabilità specifiche legate all’IA, come la manipolazione dei modelli.

Benefici dell’Integrazione dell’IA nella Cyber Security

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nella cyber security offre numerosi vantaggi:

  • Miglioramento del rilevamento delle minacce: le soluzioni basate su IA possono identificare minacce note e nuove con maggiore precisione rispetto ai sistemi tradizionali.
  • Risposta più rapida agli incidenti: automatizzando le risposte agli attacchi, l’IA consente alle organizzazioni di mitigare rapidamente gli effetti degli incidenti.
  • Riduzione dei falsi positivi: nel processo di rilevamento delle minacce, l’AI aiuta gli analisti a concentrarsi sulle minacce più critiche riducendo i falsi positivi.

Il machine learning all’interno della Piattaforma SGBox

La piattaforma SGBox integra le funzionalità di machine learning per potenziare le attività di SIEM e SOAR.

Gli algoritmi di apprendimento automatico semplificano il processo di identificazione delle anomalie presenti nell’infrastruttura IT e migliorano il processo di risposta automatica agli incidenti.

A fronte di una crescita costante delle minacce cyber, diminuire il tempo medio di risposta agli incidenti è essenziale per mitigare i danni causati da un attacco e garantire la continuità operativa delle reti aziendali.

Intelligenza artificiale e cyber security: gli scenari futuri

Il futuro della cyber security vedrà un’integrazione sempre più stretta tra intelligenza artificiale e tecnologie di sicurezza.

È probabile che l’AI diventi una componente essenziale di tutte le soluzioni di sicurezza informatica, con strumenti in grado di prendere decisioni autonomamente e di collaborare tra loro per proteggere i sistemi aziendali.

Tuttavia, questa evoluzione porterà anche nuove sfide, come la necessità di sviluppare meccanismi di protezione contro AI malevole e di affrontare il problema dell’“etica dell’AI” nel contesto della sicurezza informatica.

Le aziende dovranno quindi investire non solo in tecnologie, ma anche in formazione e consapevolezza per sfruttare al meglio le potenzialità dell’intelligenza artificiale e affrontare i rischi emergenti.

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Cyber Security della Supply Chain: come difendersi https://www.sgbox.eu/it/cyber-security-della-supply-chain/ https://www.sgbox.eu/it/cyber-security-della-supply-chain/#respond Tue, 24 Sep 2024 07:44:44 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=27585
Cyber Security della Supply Chain: come difendersi

Negli ultimi anni, la cyber security della supply chain è diventata una delle principali preoccupazioni per le aziende, specialmente per le piccole e medie imprese (PMI).

Gli attacchi informatici alla catena di approvvigionamento sono in aumento e possono causare gravi danni economici e alla reputazione.

Ma cosa sono esattamente questi attacchi e come possiamo difenderci?

Cos’è un attacco informatico alla Supply Chain?

Un attacco informatico alla supply chain si verifica quando i criminali informatici sfruttano una vulnerabilità all’interno della catena di approvvigionamento di un’azienda per ottenere accesso ai suoi sistemi, dati o risorse.

In altre parole, piuttosto che colpire direttamente l’azienda target, gli hacker preferiscono attaccare un fornitore, un partner o un subappaltatore con misure di sicurezza più deboli.

Una volta compromesso questo anello della catena, i criminali possono usare tale accesso per infiltrarsi nell’azienda principale.

Ad esempio, un fornitore di software che distribuisce aggiornamenti non sicuri può essere utilizzato come veicolo per diffondere malware nei sistemi dei suoi clienti.

Questo tipo di attacco è particolarmente insidioso perché può passare inosservato per mesi, mentre il danno continua a crescere.

Quali sono i punti deboli e i rischi

Le catene di approvvigionamento moderne sono complesse e coinvolgono molteplici fornitori, partner e subappaltatori.

Ogni connessione tra la tua azienda e un’altra è una potenziale vulnerabilità.

Ecco i principali punti deboli:

  • Terze parti con misure di sicurezza inadeguate: non tutte le aziende all’interno della supply chain hanno lo stesso livello di protezione informatica. Un piccolo fornitore con sistemi obsoleti può diventare la porta d’ingresso per un attacco che alla fine colpisce la tua azienda.
  • Software e hardware non sicuri: le aziende dipendono da software e hardware forniti da terzi, ma se questi non vengono aggiornati o presentano falle di sicurezza, possono diventare veicoli per attacchi informatici. Basti pensare agli aggiornamenti dei software contenenti vulnerabilità che vengono sfruttate dagli hacker.
  • Accesso non controllato ai dati sensibili: spesso le aziende concedono l’accesso a informazioni critiche a terze parti senza un adeguato controllo o monitoraggio. Questo può comportare un aumento esponenziale del rischio.
  • Scarsa consapevolezza e formazione del personale: anche i dipendenti delle aziende partner sono un rischio. Se non sono adeguatamente formati sulle pratiche di sicurezza informatica, possono involontariamente aprire la porta agli attacchi, cliccando su link malevoli o utilizzando password deboli.

Questi attacchi comportano rischi significativi: furto di dati sensibili, perdita di fiducia da parte dei clienti, danni economici dovuti a interruzioni delle operazioni, sanzioni legali e regolamentari, e gravi danni alla reputazione aziendale.

Come proteggersi dagli attacchi alla Supply Chain

Fortunatamente, esistono strategie efficaci per ridurre il rischio di attacchi alla supply chain.

Ecco alcune delle misure più importanti che le PMI dovrebbero adottare:

  • Valutazione e gestione dei rischi della supply chain: le aziende dovrebbero eseguire una valutazione approfondita dei rischi relativi alla cybersecurity dei propri fornitori e partner. È fondamentale identificare i fornitori più critici e quelli che hanno accesso ai dati sensibili. Una volta individuati, è necessario implementare misure per gestire e mitigare i rischi.
  • Monitoraggio continuo dei fornitori: non basta verificare la sicurezza di un fornitore al momento dell’accordo iniziale. È essenziale monitorare regolarmente la loro conformità alle norme di sicurezza. Ciò può essere fatto attraverso audit periodici, valutazioni di sicurezza e richieste di aggiornamenti sulle misure adottate.
  • Contratti di sicurezza: quando stipuli contratti con fornitori e partner, assicurati che includano clausole chiare riguardanti la sicurezza informatica. Questi contratti dovrebbero specificare le misure minime di sicurezza da adottare, la gestione dei dati e la segnalazione di eventuali violazioni.
  • Crittografia e segmentazione dei dati: un’altra pratica fondamentale è quella di crittografare i dati sensibili e limitare l’accesso a tali informazioni solo alle persone e ai fornitori che ne hanno davvero bisogno. Inoltre, segmentare le reti aziendali può ridurre i danni in caso di compromissione di un sistema.
  • Formazione del personale: i dipendenti, sia della tua azienda che dei fornitori, devono essere adeguatamente formati per riconoscere e rispondere agli attacchi informatici. Promuovere una cultura della sicurezza informatica all’interno dell’azienda è essenziale per prevenire attacchi.

Direttiva NIS2 e Supply Chain

La crescente minaccia degli attacchi informatici alla supply chain ha portato ad un rafforzamento delle normative a livello europeo.

Un esempio chiave è la nuova Direttiva NIS2, un aggiornamento della precedente Direttiva NIS (Network and Information Security), che introduce requisiti di sicurezza più rigorosi per le infrastrutture critiche e le aziende operanti in settori chiave.

La NIS2 si applica anche alla cybersecurity della supply chain, imponendo alle aziende obblighi più stringenti in termini di protezione delle informazioni e gestione dei rischi legati ai fornitori.

Tra i requisiti previsti, ci sono l’obbligo di adottare misure adeguate per gestire i rischi per la sicurezza e l’obbligo di segnalare eventuali incidenti di sicurezza informatica.

Per le PMI, conformarsi alla Direttiva NIS2 significa adottare pratiche di sicurezza più solide, come la valutazione continua dei fornitori, l’implementazione di piani di risposta agli incidenti e l’aggiornamento costante delle proprie tecnologie di sicurezza.

Contattaci per maggiori info>>
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Cyber Resilience Act: che impatto ha sulle aziende? https://www.sgbox.eu/it/cyber-resilience-act-impatto-sulle-aziende/ https://www.sgbox.eu/it/cyber-resilience-act-impatto-sulle-aziende/#respond Wed, 11 Sep 2024 13:24:48 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=27188
Cyber Resilience Act

Il Cyber Resilience Act rappresenta un passo significativo verso la creazione di un ambiente digitale più sicuro e resiliente.

In un contesto in cui le minacce informatiche sono in costante aumento, comprendere questo regolamento diventa fondamentale per raggiungere un elevato livello di protezione dell’infrastruttura IT aziendale.

In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa sia il Cyber Resilience Act, quali sono le sue implicazioni e come le aziende possono prepararsi a rispettarlo.

Che cos’è il Cyber Resilience Act?

Il Cyber Resilience Act è una proposta legislativa dell’Unione Europea, concepita per migliorare la sicurezza informatica dei prodotti e dei servizi digitali.

La sua introduzione mira a garantire che i dispositivi e le applicazioni siano progettati e sviluppati con un’attenzione particolare alla sicurezza, riducendo così il rischio di attacchi informatici e aumentando la resilienza delle infrastrutture critiche.

Gli obiettivi del Cyber Resilience Act

  • Migliorare la sicurezza dei prodotti: il regolamento stabilisce requisiti di sicurezza per i prodotti connessi, obbligando i produttori a integrare misure di protezione fin dalla fase di progettazione.
  • Promuovere la trasparenza: le aziende dovranno fornire informazioni chiare sulla sicurezza dei loro prodotti, permettendo agli utenti di fare scelte informate.
  • Rafforzare la resilienza: il Cyber Resilience Act intende garantire che le aziende siano in grado di rispondere e recuperare rapidamente da eventuali attacchi informatici.

Cosa comporta il CRA per le aziende?

Requisiti di conformità

Le aziende dovranno adattarsi a nuovi requisiti di conformità, che includono:

  • Valutazione del rischio: le aziende dovranno condurre valutazioni regolari sui rischi legati alla sicurezza dei loro prodotti.
  • Certificazioni di sicurezza: sarà necessario ottenere certificazioni che attestino la conformità ai requisiti di sicurezza stabiliti dal regolamento.
  • Aggiornamenti e manutenzione: i prodotti dovranno essere aggiornati regolarmente per affrontare nuove vulnerabilità e minacce.
Implicazioni economiche

L’implementazione del Cyber Resilience Act potrebbe comportare costi iniziali significativi per le aziende, in particolare per quelle che non hanno ancora investito in misure di sicurezza informatica.

Tuttavia, a lungo termine, l’adozione di pratiche di sicurezza più robuste può ridurre i costi associati agli attacchi informatici e migliorare la fiducia dei clienti.

Impatti sul settore industriale italiano

Il settore industriale italiano, caratterizzato da una forte presenza di PMI, dovrà affrontare sfide specifiche:

  • Formazione e consapevolezza: è essenziale che le aziende investano nella formazione del personale, affinché comprendano l’importanza della sicurezza informatica.
  • Collaborazione con esperti: le aziende potrebbero dover collaborare con esperti di sicurezza informatica per implementare le misure necessarie e garantire la conformità.

Come prepararsi al Cyber Resilience Act

  • Valutare l’attuale situazione di sicurezza: effettuare un’analisi approfondita delle attuali misure di sicurezza e identificare le aree di miglioramento.
  • Investire in tecnologie di sicurezza: considerare l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, come firewall, sistemi di rilevamento delle intrusioni e software di crittografia.
  • Formare il personale: organizzare corsi di formazione per sensibilizzare i dipendenti sui rischi informatici e sulle migliori pratiche di sicurezza.
  • Stabilire un piano di risposta agli incidenti: creare un piano dettagliato per rispondere rapidamente a eventuali violazioni della sicurezza.

Supporto alla conformità normativa con SGBox

SGBox affianca le aziende nel raggiungere la conformità con le normative sulla privacy mettendo a disposizione strumenti e competenze specifiche.

Grazie alle funzionalità avanzate di raccolta, analisi e gestione delle informazioni di sicurezza, la piattaforma permette di attivare misure di prevenzione e monitoraggio proattivo per rispondere attivamente alle minacce informatiche.

Ecco perché affidarsi ad SGBox:

  • Protezione dei dati raccolti
  • Visione in tempo reale dello stato di sicurezza della rete
  • Segnalazione tempestiva di anomalie
  • Piano di risposta agli incidenti
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Threat Hunting: cos’è e come funziona https://www.sgbox.eu/it/definizione-di-threat-hunting/ https://www.sgbox.eu/it/definizione-di-threat-hunting/#respond Wed, 28 Aug 2024 08:59:18 +0000 https://www.sgbox.eu/?p=27014
Che cos'è la Threat Hunting?

Le minacce informatiche rappresentano una delle sfide più grandi per le aziende moderne. In un contesto in cui gli attacchi diventano sempre più sofisticati, proteggere i propri dati e sistemi è fondamentale.

In questo scenario si inserisce il concetto di Threat Hunting, un approccio proattivo alla sicurezza informatica che sta guadagnando sempre più rilevanza.

Ma cosa significa esattamente Threat Hunting e come può aiutare le piccole e medie imprese a proteggersi? Scopriamolo insieme.

Cosa significa Threat Hunting?

Il Threat Hunting può essere definito come la ricerca proattiva di minacce informatiche nascoste all’interno di un sistema aziendale.

A differenza dei metodi tradizionali di difesa, che si limitano a rilevare e bloccare gli attacchi conosciuti, il Threat Hunting cerca attivamente quelle minacce che potrebbero sfuggire ai radar delle soluzioni di sicurezza automatizzate, come antivirus o firewall.

Il termine “hunting” (caccia) è particolarmente calzante perché implica un’azione deliberata, una vera e propria “caccia” alle minacce.

L’obiettivo non è solo quello di rilevare anomalie, ma di comprendere e anticipare le tecniche che gli attaccanti potrebbero utilizzare per eludere le difese esistenti.

Questo approccio richiede competenze specifiche e una profonda conoscenza dei comportamenti normali e anomali dei sistemi informatici.

Il processo di identificazione delle minacce

Il processo di Threat Hunting è strutturato in diverse fasi, ognuna delle quali è essenziale per il successo dell’operazione.

Vediamo quali sono i passaggi principali:

  • Raccolta delle informazioni: la prima fase consiste nella raccolta di dati da diverse fonti, come log di sistema, traffico di rete e comportamenti degli utenti. Questi dati rappresentano la base su cui costruire l’intera attività di Threat Hunting.
  • Formulazione di ipotesi: sulla base delle informazioni raccolte, i threat hunter formulano delle ipotesi su potenziali minacce che potrebbero essere presenti all’interno dell’ambiente aziendale. Queste ipotesi sono guidate dall’esperienza e dalla conoscenza delle tecniche di attacco più comuni.
  • Indagine attiva: una volta formulate le ipotesi, inizia la fase di indagine vera e propria. I threat hunter analizzano i dati raccolti per identificare segni di compromissione o attività sospette. Questo può includere l’analisi dei log, la verifica delle connessioni di rete o l’esame dei comportamenti degli utenti.
  • Conferma delle minacce: se durante l’indagine vengono trovate prove di un’attività sospetta, queste devono essere confermate. Questo passaggio è cruciale per evitare falsi positivi e garantire che le risorse vengano allocate solo per contrastare le minacce reali.
  • Risposta e mitigazione: una volta confermata la minaccia, il passo successivo è quello di rispondere rapidamente per mitigare i danni. Questo può includere l’isolamento dei sistemi compromessi, la rimozione del malware o l’implementazione di nuove misure di sicurezza.

Perché è importante il Threat Hunting

Per le piccole e medie imprese (PMI), il Threat Hunting è un’arma potente contro le minacce informatiche, specialmente in un panorama dove gli attacchi sono in continua evoluzione. Ma perché è così importante?

  • Prevenzione di attacchi avanzati: molti attacchi informatici moderni sono progettati per eludere le difese tradizionali. Il Threat Hunting consente di scoprire questi attacchi nascosti prima che possano causare danni significativi.
  • Riduzione dei tempi di risposta: identificare una minaccia in fase precoce significa poter intervenire rapidamente, limitando l’impatto dell’attacco e riducendo i tempi di inattività aziendale.
  • Miglioramento continuo della sicurezza: il Threat Hunting non è un’attività statica. Ogni indagine porta nuove informazioni che possono essere utilizzate per migliorare le difese esistenti, creando un ciclo virtuoso di apprendimento e adattamento.
  • Protezione dei dati sensibili: le PMI spesso gestiscono dati sensibili dei propri clienti e partner. Il Threat Hunting aiuta a proteggere queste informazioni critiche, salvaguardando la reputazione aziendale.

Threat Hunting vs Threat Detection

È importante distinguere tra Threat Hunting e Threat Detection, due termini che spesso vengono utilizzati in modo intercambiabile, ma che in realtà rappresentano approcci diversi alla sicurezza informatica.

Threat Detection: si riferisce al rilevamento automatico di minacce attraverso strumenti e tecnologie che monitorano costantemente l’ambiente informatico. Questa metodologia si basa su regole predefinite e su algoritmi di machine learning che identificano comportamenti anomali.

Threat Hunting: come già descritto, è un approccio proattivo e manuale che si concentra sulla ricerca di minacce avanzate che potrebbero non essere rilevate dagli strumenti automatizzati. Il Threat Hunting richiede un intervento umano e una comprensione approfondita del contesto aziendale.

Mentre il Threat Detection è reattivo e automatizzato, il Threat Hunting è proattivo e basato sull’intervento umano.

Le due metodologie non sono mutualmente esclusive, ma anzi si complementano a vicenda per garantire una protezione completa.

La caccia alle minacce con la Piattaforma SGBox

Per le aziende italiane, adottare un approccio efficace al Threat Hunting può sembrare una sfida, soprattutto per le PMI che potrebbero non avere le risorse interne necessarie. È qui che entrano in gioco soluzioni come la Piattaforma SGBox.

SGBox è una piattaforma Next Generation SIEM & SOAR tramite la quale è possibile sviluppare i processi di Threat Detection e Threat Hunting, progettata per fornire alle aziende gli strumenti necessari per proteggersi dalle minacce informatiche.

Con una combinazione di automazione e intervento umano, SGBox permette di:

  • Monitorare in tempo reale tutte le attività all’interno della rete aziendale, rilevando automaticamente eventuali anomalie.
  • Effettuare analisi approfondite grazie alla raccolta e correlazione di dati provenienti da diverse fonti, permettendo ai threat hunter di identificare minacce nascoste.
  • Personalizzare le regole di sicurezza in base alle specifiche esigenze dell’azienda, garantendo una protezione su misura.
  • Ridurre i tempi di risposta grazie a un sistema di allerta immediata che avvisa i responsabili della sicurezza in caso di minacce potenziali.
Scopri le caratteristiche della Piattaforma>>
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